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Tumore seno avanzato, alpelisib migliora la sopravvivenza

Farmaci Redazione DottNet | 21/09/2020 14:04

Il farmaco ha determinato un miglioramento clinicamente rilevante di 8 mesi nella sopravvivenza globale

Arriva una terapia mirata in grado di migliorare la sopravvivenza nelle donne con tumore al seno avanzato. Si tratta della nuova molecola alpelisib, prima e unica terapia specificamente approvata contro il tumore al seno avanzato con mutazione del gene PIK3CA. I risultati dello studio Solar -1, presentati al congresso virtuale dell'Associazione europea di oncologia medica (Esmo), hanno infatti dimostrato come il farmaco in associazione all'ormonoterapia, abbia determinato un miglioramento clinicamente rilevante di 8 mesi nella sopravvivenza globale nelle pazienti rispetto alla sola ormonoterapia.   Inoltre, nelle pazienti con metastasi polmonari o epatiche - presenti nel 41% delle donne in postmenopausa con questo tipo di tumore e considerate le più difficili da trattare - si è osservato un miglioramento della sopravvivenza globale di oltre 14 mesi. Ad oggi, alpelisib è l'unico trattamento approvato in Europa, Stati Uniti e in altri 15 Paesi per questo tipo di neoplasia della mammella.

"Nel 2019, in Italia, sono stati stimati circa 53mila nuovi casi di tumore della mammella - afferma Pierfranco Conte, Direttore Divisione di Oncologia Medica 2, Istituto Oncologico Veneto di Padova -. Circa due terzi delle pazienti sono colpiti dalla forma con recettori ormonali positivi/HER2 negativo con mutazione genetica PIK3CA. Proprio PIK3CA è il gene mutato più comune nel carcinoma mammario, presente in circa il 40% delle pazienti con tale tumore. Quando il gene PIK3CA è mutato produce una proteina anomala, che viene bloccata da alpelisib, terapia a bersaglio molecolare. Il farmaco interviene su questa via metabolica, contribuendo in maniera decisiva al controllo della crescita della malattia e riducendo le dimensioni complessive del tumore. Alpelisib, come evidenziato dallo studio SOLAR-1, potenzia l'efficacia dell'ormonoterapia e permette di compiere un ulteriore passo in avanti verso la cronicizzazione della malattia in una popolazione di pazienti con prognosi particolarmente sfavorevole".

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AIpelisib è stato approvato dall'Agenzia Europea del Farmaco lo scorso luglio. In oncologia, spiega Conte, "l'arrivo di una nuova terapia mirata richiede il ripensamento della strategia diagnostica e terapeutica. È, quindi, indispensabile che la mutazione del gene PIK3CA sia individuata con un test specifico, eseguito su tessuto tumorale oppure su sangue tramite biopsia liquida. E i laboratori di anatomia patologica devono attrezzarsi per individuare questa mutazione. È necessario che l'oncologo, prima di iniziare il trattamento, sappia se è presente la mutazione, per definire la strategia terapeutica e la scelta della corretta sequenza di terapie ormonali". Questa mutazione, inoltre, è presente anche negli altri tipi di tumore della mammella, triplo negativo e HER2 positivo, e in altre neoplasie come quella della testa-collo e dell'ovaio. "Si apre quindi la strada - conclude Conte -.al trattamento di molte patologie".

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